Negoziante paga caro il gradino rotto

Pubblicato il da Per. Gabriele Uberti

Il negoziante paga caro il gradino rotto

Cassazione. Alla cliente caduta vanno risarciti il danno biologico e quello morale.

Costa cara al negoziante la rovinosa caduta di un proprio cliente, all’interno del suo esercizio, nella fattispecie su “ una rotta e sconnessa pavimentazione di scalini”, se l’episodio ne provoca “postumi permanenti”. Il commerciante dovrà, infatti, anche corrispondere tanto il danno biologico quanto quello morale.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione con ordinanza n. 18101 depositata il 21 agosto 2014, in merito a un ricorso presentato dai parenti della vittima, una donna successivamente morta, dopo l’avvio della causa, risalente al 1999, stabilendo che il giudice non può limitarsi a riconoscere “ i soli pregiudizi connessi all’inabilità temporanea assoluta e parziale”, che era stata fissata in una quota pari al 15 per cento.

Il provvedimento ha avuto l’effetto di rimandare la questione (e il ricalcolo dei danni, compresa la determinazione delle spese processuali) alla Corte d’appello di Salerno che si era pronunciata in modo “limitato” secondo la Suprema corte.

Il procedimento in questione, portato inizialmente all’attenzione del Tribunale di Nocera Inferiore, si era interrotto con il decesso della donna rimasta infortunata in modo permanente. E c’è voluta l’ostinazione dei familiari eredi di rimettere in pista il caso.

Questi, dopo il no all’istanza di indennizzo cinque anni dopo la citazione, non si scoraggiano e si rivolgono alla Corte d’appello che, alla fine, dà loro ragione, condannando i titolari del negozio dove avvenne l’infortunio, al pagamento di 3.150 euro “oltre accessori e spese di entrambi i gradi”.

La sorpresa è che non è il negoziante a ribellarsi alla sentenza, ma nuovamente i parenti della vittima i quali, non soddisfatti, tornano alla carica e, tramite i propri legali, evidenziano che “ il giudice di merito aveva omesso di liquidare sia il danno biologico che quello morale”.

E, anzi, rincarando la dose “ si dolgono della mancata attribuzione della maggiorazione del 20%” prevista da una specifica norma.

I parenti della vittima dovranno ora attendere il nuovo pronunciamento della Corte d’appello di Salerno, ma avranno almeno modo di poter dire che “giustizia è fatta”.

Fonte: il sole 24ore - articolo di Adriano Moraglio del 22 agosto 2014 n. 229.

Per. Gabriele Uberti

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